lunedì 25 giugno 2018

#13 - AMORI A META' di Antonietta Agostini

AMORI A META'
di Antonietta Agostini



TRAMA

A Trastevere, in una bella casa dalle pareti color arancio, Chiara, affermata speaker radiofonica, vive la sua quotidianità col marito Filippo e con la piccola Nicole. La loro vita sembra perfetta ma, dietro l’apparenza, si cela un terribile inganno: Nicole non è figlia di Filippo bensì di Francesco, l’unico uomo che Chiara abbia mai amato col cuore, col corpo, con l’anima. Disposta a tutto pur di salvaguardare le briciole del suo rapporto con Francesco, sposato anch’egli, Chiara acconsente a vivere una vita di menzogne, a rinnegare se stessa, ad accontentarsi di un amore a metà. Ma è davvero questo ciò che vuole? Sua figlia, l’unico vero amore, non merita forse la verità e l’abbraccio di un vero padre?
In un crescendo di emozioni, Antonietta Agostini ci presenta un’antieroina dei nostri tempi, sposata ad un uomo che non ama e innamorata di un uomo sposato, e la guida attraverso le insidie di un amore malato per condurla, infine, alla coraggiosa affermazione della propria indipendenza.



LA MIA RECENSIONE


Chiara è una speaker radiofonica la cui vita lavorativa va a gonfie vele. Al contrario di quella sentimentale. Sposata  con Filippo, la quotidianità la sta uccidendo e per questo trova un modo per evadere. Conosce Francesco e dalla loro relazione nasce Nicole.

I problemi che insorgono sono molti: dal dilemma sul dire o non dire la verità al marito riguardo la figlia, all’amore che prova per Francesco, evidentemente non ricambiato.

Chiara è su un’altalena che oscilla tra Francesco e il buon senso. Ogni tanto ragiona lucidamente, ma non appena compare l’unica persona che non merita il suo amore, non capisce più niente e si comporta come una ragazzina.

Questa ragazza è di un capriccioso assurdo e anche un po’ rincoglionita. Va bene essere innamorati, ma farsi trattare come una bambola gonfiabile proprio no.

Dispiace che poi ad andarci di mezzo è la figlia Nicole. Chiara dice spesso che non vuole che la figlia cresca senza un padre, come era successo a lei. Ma il risultato è anche peggiore del suo: forse sarebbe stato meglio farla nascere da subito senza un padre piuttosto che farla affezionare a un uomo e lasciare che questi creda sia sua figlia, per poi allontanarli.