CON UN PIZZICO DI FANTASIA …
E ANCHE UN PO' DI MAGIA
di Daniela Perelli
TRAMA
Sofia Preziosi è una giovane ragazza torinese
che lavora in un call center. Ha un rapporto davvero speciale con le sorelle
Giulia e Alice, la migliore amica Miriam e la sua gatta Isotta. Appassionata
lettrice di storie d'amore struggenti, decide un giorno di provare a scriverlo
lei un romanzo. Da quel momento, però, comincerà a percepire strane sensazioni
che la faranno sentire in totale connessione con Nathan, nonché personaggio
principale del suo romanzo. Anche il ritrovamento di un libro antico lasciato
alle nipoti dalla nonna sarà complice di strani avvenimenti e farà scoprire
loro qualcosa di cui non erano a conoscenza...
LA MIA RECENSIONE
Sofia è una lettrice accanita. Da grande
appassionata di storie d’amore, decide di cimentarsi nella scrittura ma succede
qualcosa di strano: mentre scrive prova sensazioni particolari e il
protagonista del suo libro sembra vivere di vita propria.
Complice un libro di
magia della nonna, i suoi sogni si avvereranno.
Già dalla sinossi, questo romanzo ricorda
tantissimo un libro che ho scritto io. Leggendo le prime pagine, poi, sono rimasta
allibita. Praticamente, la prima parte del libro sembra una rivisitazione del
mio (una coppia che convive da due anni, uno dei due che comincia a scrivere un
romanzo creando un distacco tra i due, l’intervento “magico” di una donna
anziana e il libro che prende vita), poi, fortunatamente, prende un’altra
strada.
Per questo motivo mi è molto difficile
valutarlo con neutralità.
La narrazione è molto fredda e frettolosa.
L’autrice ci parla del protagonista del libro
che sta scrivendo Sofia, ma quelle poche righe che scrive ogni volta non dicono granché di lui.
Continua a ripetere di sentire una presenza confortante, ma nulla di
più.
Anche la storia tra Sofia e Davide è
descritta un po’ troppo velocemente: un litigio di due secondi e lui se ne va
di casa; e lei, fredda, non vuole mostrarsi dispiaciuta o sofferente. Dopo due
anni, chiunque meriterebbe un confronto serio prima di prendere una decisione
tanto importante, e mostrarsi dispiaciuti non penso sia segno di debolezza o ammissione
di colpa.
Ho trovato il finale traballante, per non
dire un po’ assurdo.
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