martedì 7 marzo 2017

#08 - OMICIDIO A WHITEHALL di Sarah Pinborough

OMICIDIO A WHITEHALL
di Sarah Pinborough


TRAMA
Londra, 1888. La città è in preda al terrore: Jack lo Squartatore continua a mietere vittime e le forze dell’ordine sono incapaci di fermarlo. Ma un altro serial killer sembra aggirarsi per le strade: gli omicidi sono altrettanto brutali e raccapriccianti, i corpi vengono ritrovati senza arti e senza testa. Il chirurgo ufficiale di Scotland Yard, il dottor Thomas Bond, non ha dubbi sul fatto che gli assassini siano due: a differenza dello Squartatore, il killer senza nome è mancino, ha buone conoscenze di anatomia e seziona le sue vittime con maniacale freddezza. Più prosegue nelle indagini, più il dottor Bond rimane intrappolato nell’ossessione del suo avversario. Insonne, afflitto da dolori che lo costringono a consumare oppio, finisce per allontanarsi dalle soluzioni più razionali, percorrendo piste che sembrano condurre a un’entità sovrannaturale, ancora più difficile da braccare. La caccia è iniziata e i mezzi a disposizione delle forze dell’ordine non basteranno per portarla a termine...


LA MIA RECENSIONE
Con questo libro ho partecipato a una lettura di gruppo. Mi sono iscritta proprio perché attratta dalla trama: jack lo squartatore, ambientazioni cupe, thriller... tutto sembrava essere nelle mie corde.
Il romanzo parte proprio come mi aspettavo, con scene macabre e inquietanti, un atroce delitto visto con gli occhi della vittima. Peccato che poi non abbia mantenuto le promesse, riempendo pagine su pagine di delitti e qualche indagine, ma perlopiù di ipotesi, teorie e allucinazioni avute sotto l'effetto dell'oppio e altre strane droghe. Descrizioni noiose e poco importanti fino a che arriva la genialata: il medico che si occupa delle indagini, a un certo punto, dice "e se fosse lui?". Ora mi deve anche spiegare come ci è arrivato a questa conclusione, visto che fino a due righe prima brancolava nel buio.
E poi, va bene che è un dottore e non un investigatore, ma lavorando con la polizia e prendendosi questo impegno di risolvere il mistero, mi aspettavo fosse più attento ai particolari. C'è stato un indizio che mi ha fatto saltare dalla sedia (non posso dire quale per evitare spoiler, ma il presunto assassino ha avuto una reazione esagerata quando si è parlato di un preciso luogo) e lui invece nemmeno ci ha fatto caso. Non dico di capire, ma almeno un piccolo dubbio che ci fosse qualcosa di illecito a un poliziotto sveglio sarebbe venuto. Se invece non glielo avesse detto un'altra persona verso la fine, nemmeno ci avrebbe pensato.
Stessa cosa per il rapporto tra una donna uccisa e il presunto assassino. Noi conosciamo la verità perché ci viene raccontata dai diari, ma il dottore come fa a saperlo? Eppure a un certo punto dice che i due hanno avuto una storia.
Anche il finale mi ha spiazzato perché il medico e i suoi aiutanti hanno dato segno di non avere nessuna considerazione verso la vita umana. Uno dei tre compie un gesto di incredibile crudeltà e gli altri due si comportano come se avesse schiacciato una zanzara.
Mi è dispiaciuto molto, perché ero partita con entusiasmo nella lettura di questo romanzo e l'ho perso tutto per strada fino ad arrivare a faticare a leggere una manciata di pagine al giorno.




Nessun commento:

Posta un commento