lunedì 19 marzo 2018

#07 - TRALCI DELLA STESSA VITE di Gloria Pigino Verdi

TRALCI DELLA STESSA VITE
di Gloria Pigino Verdi



TRAMA

Così come scorre veloce la linfa in un tralcio di vite nella stagione più calda, così scorrono ed evolvono forti, vorticosi ed intrecciati i sentimenti in questo romanzo che avvolge il lettore e lo fa scivolare in un viaggio in uno degli scenari italiani più belli: le Langhe con i suoi vigneti, i prodotti delle sue colline, i borghi ed i suoi personaggi che ne costituiscono essi stessi la vera essenza. I passi della protagonista Matilde, di Edoardo e di tutti gli altri personaggi, intrecciati come i rami di una vite, si mescolano ai loro ricordi e si fanno via via più rapidi ed incalzanti insieme ai battiti dei loro cuori fino al sorprendente finale, dove affiora dal passato uno sconvolgente segreto.


LA MIA RECENSIONE

Dopo 6 anni passati in Inghilterra, la brusca fine della sua relazione con Richard la fa scappare a casa, in Piemonte, dove ritrova la nonna e l’amico, nonché ex fidanzato, che l’aveva lasciata prima della sua partenza.
Non per essere cattivi ma dopo 35 pagine l’autrice sta ancora a soffermarsi sulla descrizione del paesaggio, delle nocciole, dei formaggi, dei vini… Potrebbe anche essere interessante, se si limitasse a poche frasi, ma così sembra più una guida turistica, un tentativo di far breccia nelle persone legate a questi luoghi. A me, che ho sempre odiato le descrizioni, infastidisce parecchio e continuo a chiedermi quando finalmente si entrerà nel vivo della storia.

Diciamo che la trama non brilla di originalità, anche se la storia tra Matilde e Edoardo è molto romantica e piacevole. Il ritorno in scena di Richard pensavo fosse un po’ più agguerrito. Invece si limita a un’offerta e poi non si fa più sentire.
Un particolare che ho trovato estremamente fastidioso è che nei dialoghi si chiamano sempre per nome. Quasi ogni volta la frase comincia con il nome della persona con il quale sta parlando l’interlocutore. Va bene che ogni tanto serve a far capire chi sta parlando, ma così diventa pesante.

Quello che dovrebbe essere il colpo di scena è una delle cose che meno sopporto in una storia d’amore, quello che ti fa inorridire al pensiero. Spero che poi nel secondo volume la storia prenda una piega diversa, come ho visto in altre saghe. (A dire il vero, penso che tutti sappiamo che sarà così).
Il finale, però, è la cosa che mi ha lasciata di più con l’amaro in bocca, per il semplice motivo che non c’è. Sapevo che questo era solo il primo volume e quindi non mi aspettavo una conclusione, ma nemmeno un “to be continued…” in piena azione in puro stile telenovela.

Spiace perché l’autrice ha davvero una gran bella scrittura, il testo è curato e la storia poteva essere sviluppata meglio.  


Nessun commento:

Posta un commento