TRE MILLIMETRI AL GIORNO
di Richard Matheson
TRAMA
Durante una gita in barca, Scott Carey, un uomo come tanti, marito
e padre, viene a contatto con una misteriosa sostanza radioattiva e dopo
qualche settimana inizia a notare dei cambiamenti. Sta perdendo peso, ma sta
anche diventando più basso. Gli esami medici confermano l'incredibile quanto
innegabile verità: Scott sta rimpicciolendo, con ritmo costante e inesorabile.
Tre millimetri al giorno, per la precisione. E non sembrano esserci vie di
scampo. La moglie e la figlia diventano giganti irraggiungibili, il gatto di
casa un minaccioso mostro carnivoro.
Persa ogni speranza di tornare a una vita normale, Carey si trova a lottare per sopravvivere in un mondo sempre più ostile e minaccioso. Ed è solo l'inizio del suo viaggio verso l'ignoto. Rimasto presto solo, terrorizzato, deve affrontare i limiti estremi dell'esistenza: cosa succederà infatti quando arriverà a misurare zero millimetri? Ma soprattutto, cosa c'è oltre lo zero? Capolavoro del genere fantascientifico e horror, Tre millimetri al giorno alterna con crescente suspense scene drammatiche e d'azione e le riflessioni solitarie del protagonista sul destino che lo aspetta. Una potente metafora del ridimensionamento del ruolo del maschio americano nel secondo dopoguerra, ma anche un avvertimento contro i rischi del pericolo nucleare in piena Guerra Fredda e contro il folle e autodistruttivo atteggiamento dell'uomo verso il pianeta.
LA MIA RECENSIONE
Il romanzo si apre con una gita in barca durante la quale il protagonista viene
investito da un’ondata rosa che gli provoca pizzicore alla pelle.
Di colpo si passa al presente con Scott ormai minuscolo che sta
tentando di sfuggire a un grosso ragno.
Il libro alterna le fasi del presente ad accenni del passato, per
spiegare cosa sia successo. In questo modo si alternano capitoli di pura
adrenalina a capitoli più psicologici, che non possono non farci riflettere.
Il protagonista è alto quasi due metri, quindi, quando comincia a
rimpicciolire di tre millimetri esatti ogni giorno, non se ne accorge nemmeno.
Poi arriva il dubbio e si rivolge a un medico. Quando nessuno sa dargli una
risposta, comincia a sentirsi una cavia da laboratorio e, anche se non accetta
la situazione, decide di non continuare a sperare.
La malattia non demorde e, con il passare del tempo, si ritrova
alto come sua moglie e poi sempre più piccolo. Viene messa in discussione la
sua virilità e la sua persona. Anche se la moglie non smette di amarlo, lui non
sopporta più la situazione, crede che la moglie lo tratti con pietà. Le
dimensioni del suo fisico diventano quasi un problema secondario rispetto alla
discesa verso l’inferno che sta compiendo la sua mente. La descrizione che ci
dà Matheson è a dir poco spettacolare.
Una volta diventato troppo piccolo anche solo per essere notato,
resta solo l’istinto di sopravvivenza. E il nemico, in questo caso, è la vedova
nera che abita nel suo stesso scantinato. Vincere sul ragno diventa una lotta
con sé stesso, anche se, ogni giorno che passa, la domanda che ci poniamo
tutti, protagonista compreso, è: cosa succederà una volta arrivati all’altezza
zero? Il romanzo affronta anche questo dubbio.
Ho conosciuto questo libro leggendo “Danse Macabre” di Stephen
King e devo ammettere che zio Steve aveva pienamente ragione nel consigliarlo. È
un romanzo completo, non horror ma psicologico e il suo vero senso non è tanto l’evento
soprannaturale che colpisce Scott, quanto il suo percorso. Un libro non
consigliato, di più.
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