venerdì 28 agosto 2020

#06 - CUJO di Stephen King

CUJO
di Stephen King


TRAMA

A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna... finché, una notte, il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? E' forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell'incarnazione stessa del male?


LA MIA RECENSIONE

Una normalissima cittadina, durante una torrida estate. Una famiglia all'apparenza perfetta, nasconde un segreto che potrebbe far saltare gli equilibri. L’officina del meccanico, uomo violento con una moglie stanca e, naturalmente, il loro cane, un bellissimo ed enorme San Bernardo.

Una serie di sfortunate coincidenze si sono incastrate l’una all'altra per portare Donna e il suo bambino all'officina di Joe, con la macchina che li ha piantati in asso, sotto il sole cocente, proprio quando tutti sono fuori per vari motivi. E Cujo non sta bene.

All’inizio mi chiedevo il perché del tanto dilungarsi nella descrizione delle persone. “io voglio arrivare al momento clou” continuavo a ripetermi.  Ma quando questo è arrivato ho capito che era necessario. Dovevo sapere ogni particolare che l’autore mi ha dato per poter capire gli stati d’animo del “dopo” . Nulla è lasciato al caso, ti porta dentro, nell’anima delle persone, per poi dare la stoccata.

Però ho capito una cosa di King: ha un problema nel descrivere i bambini. In tutti i suoi romanzi, sembrano sempre più grandi di quanto non siano, per come parlano e come si comportano. Brett, ad esempio, sembra un quindicenne, non un bambino di 9 anni; mentre Tad, che dovrebbe avere 4 anni, ne dimostra il doppio. 

Una cosa invece mi ha stupita, all’inizio del romanzo. Ci sono 4 o 5 pagine di un dialogo tra marito e moglie, in cui lei descrive nei minimi dettagli come si sente una moglie a un certo punto della sua vita, del perché lei abbia sentito il bisogno di cercare un amante. Poi ognuna di noi reagisce a modo suo, ma la sensazione! E’ descritta in maniera sublime ed è ancora più strano il fatto che ci sia riuscito un uomo.

 

“per un uomo con la sua testa, rifletté amaramente Charity, un colpo di fortuna significava soltanto che da qualche parte stava in agguato un colpo di scalogna”. Come dargli torto?

“Tu non conosci questa sensazione di vuoto, Vic, non credere di conoscerla. Tu sei un uomo e gli uomini si cimentano. Gli uomini si cimentano e le donne spolverano. Spolverano le stanze vuote e ascoltano il vento che ogni tanto soffia fuori dalle finestre. Solo che certe volte sembra che il vento sia dentro, sai? Allora metti un disco, Bob Seger o J.J. Cale o qualcun altro, e il vento lo senti lo stesso e ti vengono dei pensieri, delle idee, ma niente di bello. Ma vengono lo stesso. Allora vai a pulire i bagni e il lavandino e un giorno finisci nel negozio di antiquariato e vedi tutte quelle chincaglierie e pensi che tua madre aveva una mansarda piena di chincaglierie e che le zie avevano una mensola piena di chincaglierie e altrettanto la nonna… mi sono ridotta a un punto che stavo davanti allo specchio a vedere come mi cambiava la faccia, come nessuno mi avrebbe più scambiata per un’adolescente e mi avrebbe mai più chiesto di vedere la mia patente quando mi fossi ordinata qualcosa da bere al bar. Ho cominciato ad avere paura perché diventavo grande, alla lunga. Ted va all’asilo e questo significa che andrà a scuola e poi alle superiori…”




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