IL QUADRO SENZA VOLTO
di Mimmo Villa
TRAMA
Nel 1785, nella provincia di Vercelli, a
Fontanetto Po, due ragazzi di campagna, abili nella pittura, nell’intaglio del
legno e con una particolare dimestichezza con le note musicali, vivono una
storia d’amore e di amicizia con la giovane sposa francese di un nobile del
luogo.
Giovannino, virtuoso violinista e loro amico
del cuore, li invita a raggiungerlo a Versailles dove avrà modo di far
ascoltare alla regina una loro composizione inedita e particolare: un canto di
guerra.
Il viaggio verso la reggia diventerà una fuga
piena di pericoli e di colpi di scena.
Un quadro particolare, i cui personaggi non
hanno un volto, e la sua cornice decisamente singolare sono al centro di una
disputa tra i responsabili del museo della Reggia di Versailles e i carabinieri
del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico.
A Losanna, sede dell’assegnazione di alcuni
reperti storici di dubbia provenienza, appartenuti alla collezione privata di
Herr Karl Zwiller, un omicidio blocca l’attribuzione del dipinto.
Lorenzo Bruni, dapprima con l’aiuto di alcuni
giovani amici e poi con la preziosa collaborazione di Serena, la sua bella
ragazza, è al centro della vicenda, dove le sue preziose intuizioni indirizzano
la polizia di Parigi sulle tracce dell’assassino.
LA MIA RECENSIONE
La storia è raccontata su due livelli
storici. Nel ‘700 la storia di due amici che si vedono costretti a scappare a
Versailles, dove uno di loro realizzerà un quadro particolare per la Regina
Ai giorni nostri, il furto di questo quadro e
la ricerca del ladro da parte di improbabili investigatori.
All’inizio si fa un po’ fatica a seguire i
ragionamenti sul furto del quadro e i ruoli dei vari personaggi, poi con il
capitolo sul passato si cominciano a capire tante cose e la storia prende una
piega molto interessante, ricca di copi di scena.
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