lunedì 4 marzo 2019

#04 - LA ZONA MORTA di Stephen King

LA ZONA MORTA
di Stephen King



TRAMA


Al risveglio da un coma durato quattro anni, Johnny scopre di possedere un dono meraviglioso e nello stesso tempo inquietante: è capace di carpire i segreti della mente, del passato e del futuro di alcune persone attraverso un semplice contatto, un tocco. Così, in un giorno d'estate Johnny stringe la mano di un ambizioso uomo politico e viene a conoscenza di un avvenire talmente incredibile che unicamente lui può credere vero e, quindi, fermare. Una storia ad alta tensione targata Stephen King.



LA MIA RECENSIONE


La vita tranquilla e normale di due insegnanti viene sconvolta da un grave incidente, dopo una sfortunata serie di coincidenze. Sarah non sta bene e, dopo averla accompagnata a casa, Johnny decide di tornare con un taxi. Un incidente lo manderà in coma per quattro anni e mezzo.

Le cose sono cambiate al suo risveglio: sua madre è diventata una fanatica religiosa e Sarah si è sposata. Ma le novità non finiscono qua, non impiega molto a rendersi conto che, con un semplice tocco della mano, riesce a “vedere” particolari della vita di chi viene toccato.

Benedizione o dannazione? Sua madre è convinta sia un dono di Dio, ma Johnny non la vede allo stesso modo.


Quello che ricordavo, dopo la prima lettura di questo romanzo, era che Johnny si svegliava dal coma con questo potere e lo sfruttava per aiutare la polizia. Un mix tra un supereroe e The mentalist. Invece, pagina dopo pagina, mi sono resa conto che non si trattava affatto di questo.

La parte in ospedale è molto più lunga di quanto ricordassi e mi piace, lo rende molto più reale e fa abituare tutti piano piano alla sua abilità.

È stato come leggerlo per la prima volta e scoprire che Johnny in realtà è una persona fragile e che non meritava di certo una dannazione del genere. Lo vediamo cercare di affrontare il suo dono, a volte di sfruttarlo a fin di bene, fino  a quando non viene completamente sopraffatto.



“Mi state uccidendo. Gente, mi state uccidendo, lasciatemi in pace, non vedete che mi state uccidendo?” 
Non penso di aver mai letto una scena più drammatica di questa. Dolore, tristezza, pietà, voglia di riavere la propria vita. La sofferenza di Johnny è anche nostra e fa star male.


La parte finale annoia un po’. Dopo un crescendo di interesse alle capacità di Johnny, non si può fare a meno di tifare per lui quando decide di stringere la mano a Stillson, solo che poi partono pagine su pagine che descrivono la vita del politico, fin dalla sua nascita. Tante, troppe, informazioni tutte insieme sono pesanti da recepire.


“È colpa sua, di quest’uomo! L’ha fatto succedere lui! Gli ha dato fuoco con la sua mente, come in quel libro Carrie. Assassino!” 
Come si fa a non amarlo! Dopo una scena da brividi, il colpo di genio che ha smorzato i toni, strappandomi una risata.


“Niente ha successo quanto il successo” 
Questa frase sarebbe da incorniciare.


Sarò paranoica ma ho trovato un mare di riferimenti a romanzi passati e futuri.

  • “Tutto il malloppo sul 19” - ma allora King è sempre stato ossessionato da questo numero!
  • A un certo punto, parlando delle varie fisse della madre, viene raccontato che secondo una teoria, la fine del mondo era vicina e dieci credenti avevano comprato una fattoria dove attendere il salvatore. Solo a me ricorda “L’ombra dello scorpione”?
  • “W.W. Jacobs, la zampa della scimmia. La zampa serviva a formulare e veder realizzati tre desideri, ma il prezzo che si pagava per ognuno dei tre desideri era veramente alto. Una coppia di anziani coniugi aveva desiderato cento sterline e aveva perso il figlio in un incidente di fabbrica e l’indennizzo della fabbrica era stato esattamente di cento sterline. Allora la madre aveva espresso il desiderio che il figlio le venisse restituito e il figlio era venuto, ma prima che lei potesse aprirgli la porta e vedere l’orrore che aveva richiamato dalla tomba, il marito aveva usato il terzo desiderio per rimandare il defunto nel sepolcro.” Allucinante e geniale. Da qui deve essere partita la scintilla per Pet Sematary. 
  • Ancora: la domanda. L’aveva scritta in uno dei block notes e ci tornava continuamente. L’aveva scritta a caratteri nitidi, tracciandole attorno un triplo cerchio. La domanda era: se tu potessi salire su una macchina del tempo e ritornare al 1932, uccideresti Hitler?” Ecco il tarlo che potrebbe aver dato origine a 22.11.63


“Lei aveva cominciato a sentire l’esigenza di arrivare a una sessualità più matura, un desiderio sorprendentemente mescolato ad altre sensazioni: disgusto di sé e di Dan” (l’attuale fidanzato), “la sensazione che nessuna sessualità tanto legata all’umiliazione e al plagio potesse essere effettivamente considerata sana sessualità e disprezzo per la propria incapacità a porre fine a una relazione che era soltanto distruttiva.”

Bè, considerato che questa lettura è avvenuta direttamente dopo il romanzo “After”, la  frase in questione mi ha colpita particolarmente e riassume in poche righe ciò che contengono di sbagliato tutte quelle storie che vanno tanto di moda negli ultimi anni.


“Era un buffone. Proprio per questa sua prerogativa, assieme al programma di neutralizzare la delinquenza giovanile, l’aveva fatto eleggere a sindaco. Ma la gente non elegge buffoni per Washington.”

Caro King, aspetta qualche anno e poi ti ricrederai. Tutte le descrizioni di Greg Stillson sembrano una visione del futuro. Quando  vengono descritti i comizi sembra davvero di leggere notizie dell’attuale Presidente degli Stati Uniti. Dopo tanti anni, l’incubo di Johnny/King si è avverato.



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