RAGIONE E SENTIMENTO
di Jane Austen
TRAMA
Le protagoniste sono le due sorelle Dashwood,
dai caratteri opposti: la prima rappresenta la ragione, mentre la seconda
rappresenta il sentimento e la passione. Elinor è responsabile, razionale e
riservata, ha una grande capacità critica e un forte senso pratico che la
rendono una guida per la sua famiglia; Marianne è vivace e passionale, tanto
che l’abbandono da parte dell’uomo che ama la ridurrà quasi in fin di vita.
Alla morte del padre, le sorelle Dashwood sono costrette a vivere in
ristrettezze economiche e a lasciare la loro casa natale al fratello John e
alla sua perfida moglie Fanny per trasferirsi in una modesta abitazione nel
Devonshire. Attraverso strade diverse, una tramite l’intelligenza e la
saggezza, l’altra grazie alla sua anima pura e romantica, riusciranno a
cogliere l’essenza stessa dell’esistenza. Jane Austen, con la sua scrittura
raffinata e ironica, descrive questo processo di crescita, esaminando
attentamente la psicologia dei personaggi, e offre un ritratto impietoso di una
società rigida e convenzionale, in cui il destino delle donne ruota tutto
intorno al matrimonio. Un romanzo dal fascino irresistibile, che ancora oggi
riscuote un successo straordinario.
LA MIA RECENSIONE
Le sorelle Elinor e Marianne Dashwood,
insieme alla madre, devono trasferirsi in quanto il fratello maggiore, dopo il
matrimonio, ha ereditato la casa e la nuova moglie è di una cattiveria assurda.
Nella nuova abitazione, Marianne sembra aver
trovato l’amore ma le cose non vanno come i due speravano. Anche per l’altra sorella
la delusione amorosa è dietro l’angolo
ma le due reagiscono in modo completamente opposto. La prima è una ragazza
passionale, che si lascia travolgere dagli eventi, mentre Elinor è più
razionale e riesce a tenere per sé il suo dolore pur di non tradire o ferire
gli altri. Nonostante nessuna delle due riesca a capire il comportamento
dell’altra, si completano e servono da esempio l’una all’altra.
Si fa fatica a credere che sia stato scritto
più di duecento anni fa: Jane Austen ha una mentalità fin troppo moderna per i
suoi tempi. Infatti ci descrive la situazione delle donne dell’epoca, come
siamo abituati a sentirla raccontare, ma lei, attraverso le sorelle Dashwood,
la denigra, la accusa di ingiustizia, come è giusto che sia. Elinor e Marianne
ci mostrano come le donne non avessero alcun potere di fronte alle regole del
patriarcato dell’epoca e, allo stesso tempo, quanto potere avesse, una volta
sposata con l’uomo “giusto”. Ad esempio, le tre Dashwood hanno dovuto lasciare la
casa dove sono cresciute, compresa la mamma, solo perché il figlio maschio
eredita tutto, mentre le figlie per poter vivere devono cercarsi un buon
marito; dall’altra parte abbiamo Fanny, la moglie del signor Dashwood, che una
volta sposata si sente il capofamiglia e riesce a prendere le decisioni al posto del marito. Quanto ho odiato quella
donna!
Per fortuna, la storia prende una piega migliore sul finale.
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