lunedì 30 maggio 2016

Recensione n. 12 - CIO' CHE INFERNO NON E' di Alessandro D'Avenia

CIO' CHE INFERNO NON E'
di Alessandro D'Avenia


TRAMA
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.


LA MIA RECENSIONE
Mi ha riportato indietro nel tempo, quando da ragazzina ho letto “il coraggio di parlare” di Gina Basso. Il tema è molto simile, ma affrontato da un altro lato. Qua ci si ritrova a far parte della squadra dei buoni, a tifare per loro a condividere le gioie, le speranze e anche le sofferenze e le difficoltà. A volte ci si sente piccoli, leggendo di ragazzini che devono affrontare questi giganti quando magari noi ci disperiamo per delle inezie.
La figura di Padre Pino è positiva in ogni suo gesto, dall’inizio e oltre la fine. I personaggi sono tanti, ognuno con un suo passato, una sua storia, un diverso modo di affrontare la vita. Federico è un eroe nel vero senso del termine, sia per le rinunce a favore dei nuovi amici, sia nel tentativo di coinvolgere amici e parenti nella sua lotta. Spiazzante la figura del Cacciatore, che mostra le due facce della sua natura: un vero dottor Jekyll e Mr Hide.
Coinvolgente, a tratti commovente e non privo di colpi di scena. Fa riflettere.



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